
A cento anni dal “biennio rosso” il saggio esamina uno dei nodi principali che le classi lavoratrici affrontarono in una fase apicale delle loro lotte. La loro ricostruzione mostra bene come esse oscillarono tra rivendicazioni di miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita, gravemente compromesse dalla guerra e dalla crisi successiva, da un lato, e l’aspirazione dichiarata delle componenti più radicali di rovesciamento dell’ordine costituito, imitando l’esempio sovietico, dall’altro. Quell’oscillazione si riflesse, oltre che nella varietà di posizioni all’interno dello stesso partito socialista, anche nei modi d’intendere e praticare le nuove forme di rappresentanza, massimamente ispirate al modello dei soviet. La ricostruzione e il mancato risultato finale non possono non tener conto, oltre che delle insufficienze e contraddizioni del movimento, anche delle condizioni reali del paese, nonché del potere della controparte sociale e politica. Controparte che mise in campo tutta la sua intransigenza ogni volta che le lotte si spingevano fino al punto di condizionare i modi di determinazione del profitto.