Ignazio Masulli

Storico contemporaneista

Le classi lavoratrici alla fine dell’Ottocento e nell’età giolittiana

Ignazio Masulli, in Storia di Bologna, vol. IV, Bologna in età contemporanea, 1796 – 1914, a cura di A. Berselli e A. Varni, Bononia University Press, Bologna 2010, p. 333-419.

Le lotte nelle campagne e nelle fabbriche del Bolognese tra fine Ottocento e primo Novecento rappresentarono uno degli epicentri dell’erompere di una nuova conflittualità sociale su basi di massa e sistematica. Lo stesso accadde nel Ferrarese, nel Polesine, nel Mantovano, nell’alto Milanese, in Romagna e nel Piemonte orientale. Quali furono le dinamiche del fenomeno e quali le sue conseguenze? Le risposta a questa domanda può venire solo da un’analisi dell’intreccio di fattori economici, sociali e politici quale quella condotta in questo saggio. In effetti si trattò di un fenomeno decisivo per la storia del paese giacché esso portò all’auto-organizzazione delle classi lavoratrici in organizzazioni sindacali proprie, nonché alla militanza nelle file del partito socialista. Tutto ciò rappresentò l’inizio di una nuova morfologia sociale e politica destinata ad avere effetti duraturi sulla storia successiva d’Italia.

Ecological-Economy and Society in Europe: Outline of a Research Project

Ignazio Masulli, in “World Futures”, vol. 66 (5), 2010, pp.303-319

Comprendere meglio il funzionamento di determinati sistemi economico-sociali, quali possibilità di cambiamento hanno e, su queste basi, quali sono le loro possibili evoluzioni ci pone in una posizione di vantaggio. Da essa diventa più agevole studiare le sinergie che si possono stabilire tra attività economiche, politiche sociali e salvaguardia degli equilibri ambientali. Il progetto di ricerca qui illustrato intende contribuire all’avanzamento delle nostre conoscenze in questo senso.

Conquiste dello Stato sociale in Europa dal secondo dopoguerra agli anni Settanta

Ignazio Masulli, in Dalle società di mutuo soccorso alle conquiste del welfare state, a cura di Anna Salfi e Fiorenza Tarozzi, Ediesse, Roma 2014, pp. 81-109.

Il trauma della guerra e la speranza in un mondo migliore animarono le rivendicazioni di maggiori diritti civili, sociali e politici da parte delle classi lavoratrici nei maggiori paesi europei occidentali. Quella nuova dialettica indusse i governi di alcuni paesi a riformare in maniera più ampia e comprensiva i sistemi di welfare. Ciò avvenne in modo differente a seconda degli equilibri sociali e politici prevalenti nei diversi paesi, nonché in conseguenza dei nuovi assetti dei rapporti internazionali e dei loro riflessi nelle situazioni interne. L’analisi comparativa prosegue esaminando i successivi sviluppi negli anni Sessanta e Settanta. Quando, in conseguenza del ciclo di lotte 1968 -1973, si raggiunsero le conquiste più avanzate pure nei paesi che si erano attardati sulla strada delle riforme sociali. Né manca l’analisi degli effetti a cascata che quelle conquiste ebbero sui movimenti democratici che caratterizzarono tutti gli anni Settanta. Il saggio di Ignazio Masulli conclude, in questo modo, l’ampia ricostruzione storica dei contributi riferiti ai periodi precedenti, nonché di quelli concernenti aspetti particolari o locali delle politiche di welfare contenuti nel volume.

Gli aspetti economico-sociali della crisi degli anni Settanta e le trasformazioni successive

Ignazio Masulli, in Gli anni Settanta. Tra crisi mondiale e movimenti collettivi, a cura di Alberto de Bernardi, Valerio Romitelli, Chiara Cretella, archetipolibri, Bologna, 2009, pp. 3- 23

Il saggio di Ignazio Masulli è il contributo d’apertura della prima parte del volume, quella che ricostruisce il quadro internazionale in cui si collocano i movimenti che hanno caratterizzato gli anni Settanta in Italia e nel mondo. Infatti il saggio ricostruisce il punto di svolta che pose fine ai ”trent’anni gloriosi” caratterizzati dal compromesso keynesiano tra economia di mercato e politiche di welfare parzialmente redistributive della ricchezza. Subito dopo iniziò la lunga ed inesaurita fase di attacco ai diritti del lavoro e sociali del trentennio neoliberista. Il punto di svolta o di rottura fu contrassegnato da una netta caduta dei tassi di profitto delineatasi fin dai primi anni Settanta nei paesi più industrializzati. Ad essa i maggiori gruppi imprenditoriali reagirono in tre modi: una crescente delocalizzazione delle attività produttive nei paesi a basso costo di manodopera; un’automazione spinta della produzione, resa possibile da alcune applicazioni della rivoluzione microelettronica; un ragguardevole spostamento di capitali in investimenti finanziari e speculativi. Strategie ampiamente supportate non solo dai governi conservatori alla Thatcher o Reagan, ma anche dalle sostanziale continuità che quelle politiche trovarono nei liquidatori di quel che restava della socialdemocrazia europea. Il saggio non manca di esaminare con dati analitici i devastanti effetti sociali di quelle politiche.

Lavoratori, sindacati e politiche sociali in Italia nel secondo Novecento

Ignazio Masulli, in I. Masulli, A. Pepe, D. Mantovanelli, Cent’anni di Cgil a Verona, Ivres, Verona, 2009

Il libro pubblica gli atti di un convegno tenutosi a Verona per la celebrazione del centenario della Cgil. Il testo di Ignazio Masulli analizza le vicende politiche che hanno contrassegnato la storia d’Italia dagli anni ’50 in poi. Vicende che hanno determinato un forte ritardo nell’attuazione di importanti riforme sociali, tanto più improcrastinabili in un paese caratterizzato da notevoli squilibri economico-sociali e larghe sacche di conservatorismo politico. La ricostruzione della lunga e tenace lotta condotta dalle classi lavoratrici e dalle loro organizzazioni sindacali mostra quando e in che modo si giunse alle maggiori conquiste politiche e sociali che rappresentarono un avanzamento effettivo della democrazia.

Dalla “Commissione D’Aragona” alla “Commissione Onofri”

Ignazio Masulli, in La riforma del welfare. Dieci anni dopo la “Commissione Onofri”, a cura di Luciano Guerzoni, il Mulino, Bologna 2008, pp. 59- 72

Come salvaguardare gli alti livelli di protezione sociale raggiunti nel secolo scorso e insieme far fronte alle nuove disuguaglianze e alle nuove povertà? Come fare del modello sociale europeo non un handicap, ma una risorsa per crescere e per competere? Quesiti di grande portata e di grande complessità. Per ricercare risposte convincenti, Astrid, la Fon­dazione Gorrieri e l’Istituto per la ricerca sociale hanno unito le loro forze, riunendo per alcuni mesi intorno a un tavolo una trentina dei migliori esperti italiani di politiche sociali. In questo volume sono rac­colti i risultati della loro ricerca e della loro riflessione collegiale. Il saggio di Ignazio Masulli esamina le ragioni storiche per cui i maggiori programmi di riforma dello Stato sociale in Italia sono rimasti inattuati. Fu questa la sorte degli elaborati della commissione D’Aragona nel 1948. Lo stesso accadde ai propositi di riforma del primo centro sinistra nel 1964, fino alle proposte della commissione Onofri nel 1997. Secondo l’autore, la ragione è da ricercare nelle caratteristiche del blocco di potere dominante, ri-costituitosi per successive cooptazioni e compromessi e il cui carattere conservatore è rimasto sostanzialmente inalterato nel secondo Novecento.