Ignazio Masulli
Storico contemporaneista

La sezione del libro intitolata Lavorare per un sindacato indipendente ed europeo si vale di contributi pluridisciplinari per esaminare le ragioni di una grave lacuna consistente nell’assenza di un’efficace e concertata azione sindacale a livello europeo, al di là di una rappresentanza meramente formale. Il saggio di Ignazio Masulli esamina l’offensiva sistematica contro il potere contrattuale e le conquiste dei lavoratori portata sugli scudi delle politiche neoliberiste affermatesi nell’ultimo trentennio in Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia. L’analisi delle vicende specifiche in ciascuno di questi paesi consente di dar conto delle ragioni di sconfitte, ma anche di resistenze in uno scontro sempre più impari. Ma sono proprio le particolarità di ciascun contesto a rendere ancora più evidenti i fattori comuni e non svincolabili da un quadro internazionale. Il quadro nel quale dovrebbe appunto dispiegarsi una strategia sindacale adeguata.
Il libro propone una rappresentazione del Novecento in Italia. Un secolo denso di problemi, avvenimenti di grande momento, vicende tra le più drammatiche dell’età contemporanea. Non è stata facile la scelta dei temi storiografici. E i curatori hanno pensato di integrare la loro trattazione con brani di scrittori scelti dagli stessi autori dei saggi. Il saggio di Ignazio Masulli ricostruisce le fasi salienti delle lotte dei lavoratori che si sono svolte durante il secolo, intrecciando questo filo conduttore con gli altri riguardanti i fatti economici e le vicende politiche. I brani scelti da Masulli per l’Antologia sono tratti dall’epistolario degli emigrati in America a fine ‘800, dall’inchiesta Zanardelli sulla Basilicata ad inizio secolo, da Ottiero Ottieri, Donnaruma va all’assalto, da Giorgio Manzini, Una vita operaia, da Memoriale di Paolo Volponi e dalla testimonianza di Aldo Velo, sindacalista dell’ILVA di Bagnoli.


Dato il carattere del libro, i saggi che lo compongono si riferiscono ad argomenti e periodi diversi. La scelta di Ignazio Masulli riguarda il patto governanti – governati che caratterizzò la ricostruzione democratica in alcuni paesi dell’Europa occidentale dopo la seconda guerra mondiale. Esso determinò il riconoscimento di maggiori diritti politici e sociali. Non si trattò di una mera elargizione dall’alto. Spesso quelle conquiste furono il risultato di una dialettica sociale e politica caratterizzata anche da tratti di aspra conflittualità. Nei decenni successivi le vicende che caratterizzarono i paesi messi a confronto ebbero andamenti diversi, ma non pochi elementi furono analoghi e ricorrenti. Sicché quella dialettica divenne un carattere costitutivo di quello che alcuni storici hanno definito “il modello sociale europeo”. Oggi, a fronte del palese arretramento della democrazia nel Vecchio Continente, il tema trattato offre non pochi spunti di riflessione.


La storia dello Stato sociale in Europa è caratterizzata da fasi e dinamiche molto diverse tra loro. Esse dipendono dalle differenze nei rapporti sociali e nelle vicende politiche che hanno caratterizzato i diversi paesi e periodi. Le analogie e gli elementi ricorrenti si possono riscontrare nella rivendicazione di un ampliamento dei diritti di cittadinanza, civile, politica e sociale. Queste vicende hanno avuto grande importanza negli sviluppi della democrazia in Europa. Invece dalla fine degli anni Settanta è in atto una vera e propria controffensiva verso le conquiste politiche e sociali dei decenni precedenti. Ciò rischia di mettere in discussione e indebolire alcuni capisaldi del patto di cittadinanza.
Nella storia dei principali modelli di Welfare State realizzatisi in Europa possiamo individuare alcuni passaggi fondamentali. Il primo riguarda una serie di provvedimenti abbastanza significativi che furono presi tra fine Ottocento e primo Novecento in alcuni contesti. Nella ricostruzione del secondo dopoguerra, in diversi paesi fu avvertita l’esigenza di un ruolo più attivo dello Stato nell’economia e nella politica sociale. Gli anni Cinquanta e Sessanta costituirono il periodo delle maggiori conquiste in tema di welfare anche nei paesi che si erano attardati. Da questo punto di vista un altro momento cruciale fu rappresentato dai portati del ciclo di lotte 1968-73. In tutte queste fasi i socialisti e le altre formazioni di sinistra seppero interpretare bisogni particolarmente sentiti dalle classi lavoratrici e parte dei ceti medi.
