Ignazio Masulli

Storico contemporaneista

Crisi e trasformazione: strutture economiche, rapporti sociali e lotte politiche nel Bolognese (1880 – 1914)
Istituto per la storia di Bologna, Bologna 1980.

La ricerca si riferisce alla prima fase del lungo processo di forma¬zione della società di massa in Italia e al primo delinearsi delle basi strut¬turali su cui quel processo doveva avviarsi per conoscere poi altre tappe e più decisi sviluppi. Si tratta del periodo in cui prese forma una nuova base industriale e si verificò una più accelerata trasformazione capita¬listica delle campagne; mentre cominciavano ad aversi i segni inequi¬voci del passaggio dalla formazione sociale tradizionale a quella mo¬derna. Gli elementi molteplici di tutta la prima fase di tale processo dovevano poi giungere a maturazione alla soglia degli anni Trenta, ma già nel periodo esaminato in questo lavoro cominciarono a profilarsi elementi nuovi e significativi nei rapporti tra i settori economici e nella compagine sociale. Rispetto a questo insieme di mutamenti, la situazione del Bolognese si presenta come intermedia fra le aree in cui le trasformazioni furono più accentuate e quelle che restarono consegnate ad equilibri più statici. Il caso bolognese testimonia meglio di altri dei caratteri misti nell’evo¬luzione degli equilibri sociali. Così come rende ragione dei limiti e della lentezza dei processi in atto, secondo tratti che corrispondevano in defi¬nitiva alle caratteristiche generali dello sviluppo capitalistico in Italia.

Tipi di razionalità: un punto di vista storico
Ignazio Masulli, in Critica marxista, a.18 n.4 (luglio-agosto 1980), pp. 133 – 144.

In margine alla discussione, svoltasi alla fine degli anni ’70 e successivi, sulla “crisi della ragione” Ignazio Masulli pone la questione del perché non si parlasse più precisamente di crisi della cultura razionalista che ha accompagnato l’affermarsi della borghesia europea dalla seconda età moderna in poi. A questa si connette una seconda questione: fino a che punto le istanze e le forze del mutamento sono distinte e autonome nell’alveo della cultura razionalista- borghese insieme alla quale scorrono. Il problema diventa allora quello di acquisire piena consapevolezza dei confini storicamente determinati e, con essi, dei limiti precisi dei territori e dei modi entro i quali si svolge la nostra attività cognitiva.

L’Emilia Romagna nella Guerra di Liberazione
A cura di, con L. Marini, De Donato Editore, Bari, 1975 – 1976, 4 volumi.

L’opera è composta da 4 volumi per complessive 2.493 pagine ed è stata realizzata con il concorso di 47 autori. La ricerca ha riguardato tutti gli aspetti della Resistenza in Emilia Romagna. Infatti il I volume ricostruisce la lotta armata, il II analizza le vicende politiche, il III esamina gli aspetti sociali e i movimenti di massa, il IV si riferisce alle attività culturali. Ciascun volume si compone di un saggio principale che fa da filo conduttore e da contributi su fatti correlati. L’intento è stato di considerare tutti gli aspetti del movimento di Liberazione in Emilia Romagna. Una regione che per la sua storia politica, le grandi lotte sociali che l’avevano percorsa nei 70 anni precedenti, nonché per la posizione strategica lungo la “linea gotica” svolse un ruolo centrale nella lotta contro il fascismo e l’occupazione tedesca in Italia. I numerosi contributi mettono bene a fuoco questo carattere nazionale, né omettono di dar conto dei rapporti militari e politici con i paesi alleati. Peraltro non si potevano lasciare sullo sfondo gli effetti della guerra sulla popolazione, le difficili condizioni sociali in cui si è trovata, nonché i diversi modi in cui gli avvenimenti politici l’hanno riguardata.

L’Emilia Romagna nelle carte del governo di Salò
Ignazio Masulli, in L’Emilia Romagna nella guerra di Liberazione, a cura di, con L. Marini, vol. II, Partiti politici e Cln, De Donato Editore, Bari 1975, pp. 429 – 477.

Nel II dei quattro volumi che compongono l’opera L’Emilia Romagna nella guerra di Liberazione, della quale è curatore con Lino Marini, Ignazio Masulli ha pubblicato il saggio L’Emilia Romagna nelle carte del governo di Salò. La ricerca è condotta soprattutto sui rapporti che i questori, gli ispettori di zona e i capi delle province emiliano-romagnole inviavano al ministero dell’Interno della Repubblica sociale italiana, nonché dai rapporti inviati direttamente a Mussolini, conservati tra le carte riservate della sua segreteria particolare. Una serie a sé stante, ma complementare è costituita dai notiziari della Guardia nazionale repubblicana. Da quella documentazione emerge con tutta evidenza una situazione che riguardava, in realtà, tutta la repubblica di Salò. Da un lato, è sempre più palese il fallimento dei fascisti nel tentativo di un governo effettivo, che essi non riuscivano a realizzare né sul piano del consenso, né su quello del dominio. Dall’altro, emerge il tumulto dei bisogni, dei sentimenti, del formarsi delle opinioni da parte della popolazione. Essa sperimentava direttamente, senza ripari né mediazioni o punti di riferimento gli eventi che la colpivano in modo sempre più pressante e spesso drammatico.