Ignazio Masulli

Storico contemporaneista

Chi ha cambiato il mondo? La ristrutturazione tardocapitalista, 1970 – 2012

Ignazio Masulli, Editori Laterza, Roma – Bari 2014

Il mondo non cambia da sé e di per sé. Eppure ogni giorno, ossessivamente, ci sentiamo ripetere che alcune scelte economiche sono obbligate, che costi sociali pesanti e ingiusti sono necessari, che perfino i provvedimenti politici da adottare non possono che seguire linee già tracciate. Quasi che i cambiamenti, i rapporti e le logiche di cui si parla siano privi di autori e costituiscano una sorta di stato di natura. Per contrastare questa logica dobbiamo capire gli interessi che hanno guidato i cambiamenti degli ultimi trenta anni e i motivi per cui essi hanno prevalso. Dobbiamo capire come delocalizzazione, impiego di informatica e robotica, spostamento dei capitali verso i mercati finanziari abbiano portato i profitti a un punto mai raggiunto in un recente passato spostando i livelli di forza a danno del lavoro. E che il risultato di questa vera e propria controffensiva è stata la riduzione dei diritti senza che ad essa siano seguiti progressi sia economici che sociali.

Welfare State e patto sociale in Europa. Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia 1945-1985

Ignazio Masulli, CLUEB, Bologna 2003.

Il libro esamina tre periodi fondamentali della storia del Welfare State. Il primo, subito dopo la II guerra mondiale, conobbe un radicale mutamento del rapporto Stato – cittadini in tutti i paesi esaminati. In quegli anni, la ricostruzione economica e la rifondazione democratica furono sostenute dal più significativo patto sociale tra governanti e governati stipulato nella storia dell’Europa contemporanea e di quel patto fu parte integrante l’affermazione di nuovi diritti di cittadinanza sociale. Il secondo tempo rappresentò l’âge d’or, ovvero la fase culminante e quella delle maggiori realizzazioni dello Stato sociale. Il terzo periodo, invece, coincise con il processo di crisi e trasformazione del capitalismo maturo iniziato negli anni ’70 e ’80. Le contraddizioni di quel processo si sono riflesse anche nelle politiche di welfare fino a indurre i governi neoliberisti ad una loro crescente riduzione. Questa importante e attualissima vicenda è inquadrata in una storia più generale dello sviluppo economico, dei mutamenti sociali e delle lotte politiche verificatesi in Gran Bretagna, Germania occidentale, Francia e Italia dal 1945 alla metà degli anni ’80. Sicché, è proprio il quadro d’insieme della storia europea del secondo Novecento a fornire le basi più solide per una ricostruzione storica del Welfare State, nonché per una riflessione sulle sue prospettive future.

Precarietà del lavoro e società precaria nell’Europa contemporanea

a cura di, Carocci, Roma 2004.

ISi tratta di un’analisi interdisciplinare del diffondersi delle forme di lavoro precario che, in connessione con altri fenomeni comple­mentari, contraddistingue i profondi mutamenti intervenuti nelle condizioni di lavoro nei paesi più industrializzati d’Europa nell’ulti­mo Trentennio. L’obiettivo principale della ricerca è consistito nel tentativo di studiare in che misura e con quali effetti tali mutamenti contribui­scono alla messa in crisi di tutto un modello sociale, quello forma­tosi in Europa occidentale almeno a partire dal secondo dopoguer­ra, per tralasciare periodi precedenti pure importanti. In altri termi­ni, il libro esamina un aspetto rilevante della marginalizzazione del lavoro e della sua funzione sociale in atto nei paesi a capitalismo maturo. Il tema è affrontato con un approccio interdisciplina­re. Infatti, gli autori sono storici contemporaneisti, sociologi dell’e­conomia, del lavoro, dell’immigrazione, studiosi di problemi di ge­nere e di diritto del lavoro. Le diversità, non solo disciplinari, ma anche di punti di vista, contribuiscono a fornire una visione “prismatica” utile all’analisi di un tema complesso e gravido di conseguenze.

La storia e le forme. Auto-organizzazione dei sistemi naturali e sociali

Editori Riuniti, Roma 1991.

Strappare alla casualità e alla necessità i parametri d’interpretazione dei fenomeni è stata e resta ambizione primaria della ricerca in tutti gli ambiti scientifico-disciplinari. Non è esagerato affermare che in questo consiste il problema della conoscenza da qualsiasi angolazione ideologica o pratica si riguardi. Il paradigma della forma che Ignazio Masulli propone in questo libro è un modello interpretativo dei mutamenti che si verificano nei processi evolutivi dei sistemi complessi, sia naturali che sociali. La ricerca non può né vuole essere definitiva. Essa procede attraverso un esame dei risultati raggiunti dalle scienze naturali e li confronta con i problemi propri delle scienze sociali. E in ciò sta l’innovazione del metodo. Che l’accostamento sia legittimo e, quel che più interessa, fecondo è l’ipotesi oggi avanzata da più parti. Lo stesso incalzare di nuovi linguaggi e metodi di ricerca – si pensi solo alle teorie dei sistemi e dell’informazione – impone di superare le tradizionali e rigide linee di demarcazione tra le discipline. Da ciò la proposta dell’autore per un netto spostamento verso un’analisi di tipo morfologico dell’evoluzione storica e sociale e per un superamento della tradizionale dicotomia caso/necessità. Del resto se questa dicotomia è stata giudicata fuorviante nello studio dell’evoluzione naturale, oggi lo è in misura ancor maggiore nelle rappresentazioni dell’evoluzione sociale e culturale.

Rapporti tra scienze naturali e sociali nel panorama epistemologico contemporaneo

Ignazio Masulli, CLUEB, Bologna 1995.

Nel panorama epistemologico contemporaneo si profila un accorciamento di distanze tra scienze naturali e sociali? Una risposta positiva a questa domanda consente di riesaminare il vecchio problema della debolezza di statuto della storia e delle altre scienze sociali, perché “scienze del particolare”, rispetto a quelle naturali, ritenute più forti se e in quanto capaci di formalizzazioni generali. Gli sviluppi più recenti delle scienze naturali e l’importanza attribuita alla dimensione storica di molti fenomeni che le riguardano rendono possibile impostare il confronto in termini molto diversi dal passato. Nell’Introduzione sono analizzati i vantaggi che possono derivare per la conoscenza storica da un nuovo approccio epistemologico.

Verso una coscienza storica di specie

Ignazio Masulli, in Pluriverso, Anno IV, Numero 1, Aprile 1999, pp. 99 -106

Occorre attingere oggi ad una coscienza storica tanto profonda della nostra condizione da rendere possibile la sua modificazione attraverso la scelta cosciente dei nostri fini in quanto specie. Il grande salto che siamo chiamati a compiere consiste nel passaggio dalla coscienza dell’evoluzione a una evoluzione cosciente.